Unità parrocchiale Ca’30-Magrè-MonteMagrè - 03 dic 2017
NATIVITA’2017 - SCHEDA DI APPROFONDIMENTO - INSTALLAZIONE N°1
1^ Domenica di Avvento - Tempo dell’Attesa Avvento come tempo per capire cosa davvero sia essenziale
Titolo: VEGLIARE
Descrizione breve: Vivere il dono del proprio tempo..
Composizione: 1 porta, 1 lanterna, 1 telo, diversi orologi (uno da parete posto alla base e altri personali appesi) |
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Elementi di interpretazione:
-Il tempo come Dono di Dio Creatore, da custodire, curare, coltivare affinchè il tempo donatoci/a disposizione porti frutto buono. Il tempo è un Dono, come ognuno impegna il proprio tempo (orologi da polso) è poi una scelta personale!
-L’attesa, come acquisizione di un atteggiamento di vita: un voler impegnarsi a custodire quanto lasciato dal padrone ai suoi servi, in particolare il dono del tempo, un tempo sacro (“Kairos”) perché dono Suo per noi, un tempo propizio (Mc 1,15) che non va sciupato..
-La porta di casa con all'interno un telo bianco che protegge la speranza dell'attesa, l'attesa del ritorno di quell'uomo "che è partito" dalla sua casa (Mc 13,34). Il telo, come ammiccamento, sia simbolico sia lessicale, all’ebraico "eskénosen" (che significa “pose la sua tenda, si attendò”). Il telo della Tenda, il santuario mobile nel deserto, la “tenda dell’incontro” fra Dio e Israele, il tempio di Sion (custode della Shekinah, cioè la “Presenza” divina) e, ancora, il tempio fisso di Gerusalemme (anche detto in ebraico mishkan “casa, residenza, abitazione” divina sulla terra). In Cristo non si avrà più un tempio di teli o di pietre, ma di “carne”: il corpo di Cristo è il nuovo tempio, come dirà lo stesso Gesù (Gv 2,13-22) che si renderà presente nel fratello.
Riflessioni (tratto da Messalino):
L’Avvento, tempo dell’attesa, è il tempo in cui riflettere con gioia su quanti doni il Signore quotidianamente ci fa (ad iniziare dal dono del tempo personale); ma è anche il tempo per considerare che egli, in Gesù, si è fatto nostro prossimo, uomo come noi, perché noi potessimo comprendere che non c’è nulla di più importante che attenderlo, così come si manifesta nella nostra vita. Questa consapevolezza guida i nostri passi e ci aiuta ad incontrarlo quando egli si fa presente nel nostro prossimo.
Nonostante spesso la nostra sia una vita frenetica, non sappiamo davvero cosa significhi essere vigili. Purtroppo l’ansia - da cui le nostre giornate spesso sono pervase - non dà affatto la garanzia di avere un atteggiamento vigilante e sveglio. Per questo la parola di Gesù, oggi, assume particolare forza: essere vigili significa sviluppare un atteggiamento di fede che ci permette di ricordare che, su ogni cosa, impegno e progetto e in ogni cosa che facciamo nella vita, il nostro sguardo deve sempre essere sollevato, pronto ad accogliere ogni ispirazione che il Signore ci dà. Se ciò non avviene, l’esistenza diventa un correre senza senso, verso il niente; alla fine ci si trova esausti e con la consapevolezza di aver sprecato il nostro tempo.
Essendo il tempo dono di Dio, non possiamo permetterci di sciuparlo: esso non torna più. Per questo motivo è importante accogliere, soprattutto in Avvento, l’invito perentorio di Gesù a vegliare: tenere gli occhi aperti, grazie alla fede, è l’antidoto contro ogni ansia, e ci da la forza per riconoscere il Signore quando bussa alla nostra porta, nella vita di tutti i giorni.
Allora è sempre tempo di Avvento, sempre tempo di abbreviare distanze, prendere l’iniziativa senza paura, tenere accesa la speranza, custodire quanto ereditato in dono e, nella misericordia, farlo fruttificare credendo al primato del bene e della luce.
Intenzioni di preghiera (tratto da Messalino)
Accendiamo la luce come chi accende la sua lampada per uscire nella notte incontro all’amico che viene.
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«La grazia che noi vogliamo nell’Avvento» è incontrare il Figlio di Dio
(Papa Francesco)